DAG HAMMARSKJOLD “linea della vita”
Fulcro della coscienza: solitudine, ricerca di senso. E infatti: “Chiedo l’assurdo: che la vita abbia un senso. Mi batto per l’impossibile: che la mia vita ottenga un senso. Non oso credere, non so come poter credere: di non essere solo” (p. 64).
Ancora: “E che senso ha alla fin fine la parola ‘sacrificio’? Ovvero anche la parola ‘dono’? Chi non ha nulla non può dare nulla. Il dono è di Dio a Dio” (p. 66). Siamo meno di polvere. Il prezzo è chiaro: “Alle mie condizioni, quelle poste da me. Vivere sotto questo segno significa comprare la conoscenza di una linea della vita, al prezzo della solitudine” (p. 15). Versato, in nome di Dio e degli esseri umani, per il futuro. Per avere avuto senso.
Allora il niente promesso avrà colore, altrove, e musica…