COMUNICATO STAMPA
HOUSING SOCIALE SEMPRE PIÙ STRATEGICO: PER LA PRIMA VOLTA NE DISCUTONO A
CONVEGNO SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI A EIRE – EXPO ITALIA REAL ESTATE
– Eire – Expo Italia Real Estate, la più importante manifestazione
nazionale sul real estate, per la prima volta riunisce un parterre rilevante di operatori
immobiliari, privato sociale, enti pubblici e proprietari delle aree, che ragionano attorno
all’housing sociale durante il convegno “Nel mezzo del cammin..”: il social housing, a che punto
siamo?, in programma mercoledì 8 giugno presso la Gren conference room di Fieramilanocity
(pad. 2).
IL CONTESTO CRITICO E LE NOVITÀ – Non solo mancanza di case disponibili ma, soprattutto,
mancanza di case a prezzi accessibili per la maggioranza dei cittadini e delle famiglie: è que-
sta la situazione, innanzitutto milanese ma non solo, che necessita di una risposta mirata, che
non può venire più solo dall’edilizia residenziale pubblica. Anzi, i prodotti immobiliari offerti
dall’housing sociale – ovvero case ad affitto calmierato e progetti di accompagnamento verso
l’autonomia abitativa che favoriscano il rientro progressivo di nuovi soggetti nel mercato tradi-
zionale – sembrano essere una delle soluzioni più adatte ai bisogni delle aree urbane.
Non a caso il social housing è stato protagonista nei comizi alle recenti elezioni amministrati-
ve e si è rivelato uno dei pochi temi su cui si è manifestata convergenza tra gli schieramenti po-
litici. La carenza di alloggi a canone calmierato parte da lontano. Tra il 1984 e il 2004 il nostro
Paese ha ridotto la produzione di edilizia sovvenzionata (cioè case “popolari”) da 34 mila abita-
zioni per anno a circa 1.900 (contro le oltre 80 mila della Francia e le oltre 30 mila della Gran
Bretagna, sempre nel 2004) e di edilizia agevolata o convenzionata da 56 mila a 11 mila unità al-
l’anno, cessando inoltre, nel 1973 come ente e nel 1998 come prelievo dell’1% sugli stipendi dei
lavoratori dipendenti, la Gescal (Gestione per case lavoratori), ovvero la principale fonte di fi-
nanziamento pubblico del settore. Nel frattempo i prezzi delle case sono cresciuti spaventosa-
mente rispetto alla crescita del reddito pro-capite (+101% contro un +13% tra 1997 e 2007: ela-
borazione Finlombarda su dati European mortgage association) e gli affitti ancor di più (+130% di
media con picchi al 145% in città come Roma, Firenze e Milano tra il 1999 al 2008: dati Cgil e Su-
nia).
Un quadro critico a cui, negli ultimi vent’anni, si sono aggiunti alcuni fattori sociali che hanno
profondamente influito sulla domanda: innalzamento dell’età media, immigrazione, crescente
disagio psichico, domanda di casa da parte di famiglie giovani, monogenitoriali e di nuova forma-
zione, fragilità socio economica.
LA RISPOSTA STRATEGICA – Per social housing s’intende una serie di interventi abitativi a basso
costo di costruzione, basso costo delle aree e degli immobili da riqualificare (spesso di natura
pubblica), basse aspettative della remunerazione degli investitori (da qui la necessità di piena
condivisione degli scopi), gestiti da un soggetto che garantisca redditività calmierata
all’investitore e un insediamento abitativo che non si limiti ad essere efficace, ma rispetti anche
determinati standard qualitativi. L’elemento qualificante di tali interventi è però un
equilibrio attento tra mix abitativo e mix funzionale. Il primo deve comprendere un’offerta
residenziale in affitto anche a canoni differenziati (sociale, moderato, convenzionato) e
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soluzioni abitative temporanee.
Mix funzionale, invece, significa integrazione tra casa, servizi abitativi ad uso esclusivo o
prevalente dei residenti (dal servizio di portierato alle sale comuni polivalenti, allo spazio
pubblico) e servizi socio-culturali al territorio, fino a includere esercizi commerciali
convenzionati funzionalmente connessi alle residenze. Tale equilibrio combina una molteplicità
di utenze e permette l’integrazione tra diversi profili sociali.
«L’housing sociale – ricorda Claudio Bossi, presidente dell’impresa sociale La Cordata, ente
gestore di importanti interventi di housing sociale – è una nuova tipologia di offerta
sconosciuta all’interno del mercato immobiliare, che ha bisogno di nuove competenze. Occorre
perciò promuovere il dialogo e la progettualità comune tra grandi soggetti immobiliari, enti
pubblici e proprietari dei terreni, enti gestori d’esperienza appartenenti al privato sociale. I
primi siano capaci di una visione del profitto di ampio respiro e quindi anche di condividere
l’idea di un’utilità pubblica; i secondi assumano un vero ruolo di coordinamento pro-attivo e di
garanzia dai rischi speculativi; gli enti gestori e le imprese sociali come La Cordata portino la
competenza sulla valorizzazione sociale dell’intervento e la capacità di trovare vie di
incontro tra prospettive di business e bisogni delle comunità locali».
Il modello di social housing nel Villaggio Barona (www.lacordata.it/cms/housing-sociale/):
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