Le persone con disabilità,nell’accezione della convenzione ONU,avrebbe diritto a subentrare nel contratto di affitto delle case aler alla morte dei genitori. spesso il progetto di vita non permette questa autonomia e la Persona con disabilità perde un altro diritto :il diritto ad avere una casa.Per sopperire a ciò proponiamo che ogni 3 alloggi in cui non sia possibile il subentro del figlio/a l’aler destini un alloggio più grande per la creazione di una residenza collettiva che potrà essere CASA di chi non può vivere in totale autonomia .
Ma per elaborare tutto ciò è necessario creare un gruppo di lavoro con il Comune di Milano /i comuni della città metropolitana e Aler per sviluppare un progetto,collegando anche la possibilità di cambi alloggio rapidi per le persone con disabilità ( e delle eventuali famiglie che li assistono,sì perchè spesso famiglie vicine di casa,diventano risorsa operativa per la PcD ) da un quartiere all’altro anche alla luce dei servizi residenziali (css) disponibili a fare da punto di riferimento per questi cittadini a cui spesso,l’avere un valido riferimento in quartiere risolve molti problemi e permette un prolungamento della loro vita in autonomia evitando magari anche la richiesta di sussidio per il pagamento dell’adh .
l’abitare diffuso insomma (cerca l’articolo specifico sul sito ) in cui una realtà residenziale sostiene altre piccole realtà casa in quartiere,con costi più contenuti e un benessere maggiore per il beneficiario oltrechè tentare di dare la casa “giusta” rispetto al proprio progetto di Vita .
un modello da sviluppare nella città metropolitana,partendo da Milano che è stata per molto tempo faro nell’innovazione dei servizi alla persona .
guido de vecchi
illab